Aspettativa dal lavoro non retribuita: quando è possibile richiederla?
Proprio come i congedi e i permessi, l’aspettativa dal lavoro è uno strumento di cui possono usufruire i collaboratori dipendenti, del settore pubblico e privato, nell’arco della loro carriera. In particolare, si tratta di un periodo medio-lungo di assenza giustificata, durante il quale la persona è esonerata dallo svolgere le proprie mansioni senza rischiare di subire sanzioni disciplinari o di perdere il proprio posto. In sostanza, il rapporto tra datore e dipendente viene messo in stand by ma rimane comunque valido.
Regolata dalla legge o dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di settore, l’aspettativa può essere retribuita o non retribuita in base ai casi in cui viene richiesta.
Oltre a essere prevista dalla legge n. 53/2000 e dallo Statuto dei lavoratori (L.300/1970), l’aspettativa non retribuita trova disciplina nei vari CCNL.
Per cosa può essere richiesta l’aspettativa dal lavoro non retribuita?
L’aspettativa non retribuita può essere richiesta per:
- Svolgere cariche pubbliche a seguito di elezioni e per tutta la durata del mandato;
- Concludere un percorso formativo, per un massimo di 11 mesi e riservata a dipendenti con almeno 5 anni di anzianità;
- Avviare un’attività imprenditoriale, con un’aspettativa massima di 12 mesi prevista per il settore pubblico e privato;
- Prestare attività di soccorso a seguito di calamità, fino a 30 giorni nell’arco di un anno, con retribuzione a carico dell’autorità di protezione civile competente;
- Accedere alle terapie di disintossicazione offerte dal SSN, fruibile per un periodo di 3 anni e richiedibile dal titolare della cura o per assistere un familiare seguito dal SERT competente;
- Ricongiungersi al coniuge all’estero, senza limite di durata ma in base alla decorrenza del contratto che impegna il coniuge all’estero.
Come mettersi in aspettativa dal lavoro non retribuita?
La richiesta per l’aspettativa non retribuita deve essere avanzata direttamente al datore di lavoro o alle Risorse Umane dell’azienda, indicando la durata dell’aspettativa, le motivazioni e le eventuali richieste aggiuntive, come l’unione di ferie e permessi al periodo d’aspettativa.
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