Settimana corta: quali sono i benefici?

Meno stress, migliore equilibrio vita-lavoro per i dipendenti che si traduce in aumento della produttività. La settimana corta sembrerebbe funzionare. A confermarlo è uno studio condotto dall’organizzazione non profit 4 Day Week Global in Gran Bretagna che ha coinvolto 2900 dipendenti di 61 aziende per 6 mesi.

I risultati sono stati davvero incoraggianti: alla fine del periodo, iniziato a giugno 2022 e terminato alla fine dello stesso anno, la maggior parte delle aziende ha dichiarato di voler mantenere il modello 100:80:100 utilizzato per l’esperimento.

Di cosa si tratta?

La dicitura indica che i dipendenti lavorano l’80% delle ore previste a parità di stipendio, impegnandosi a raggiungere gli stessi risultati che otterrebbero lavorando cinque giorni a settimana.

I dati pre e post esperimento hanno dimostrano che, dopo i 6 mesi di test, il 39% dei dipendenti è meno stressato e il 71% ha livelli ridotti di burnout. E non solo: è migliorata la salute fisica e mentale delle persone e sono diminuiti i casi di ansia, affaticamento e insonnia.

Stando a quanto riportato dallo studio di 4 Day Week Global, per oltre la metà dei dipendenti è stato più facile conciliare il lavoro con la vita sociale e familiare.

Tra i più grandi benefici registrati, c’è anche una diminuzione del 57% del numero di dipendenti che ha lasciato le aziende partecipanti durante il periodo di test.

Ma c’è di più: confrontando il fatturato dei 6 mesi di test con un periodo simile degli anni precedenti, è emerso un aumento dei ricavi del 35%.

E in Italia?

Sulla scia del successo dell’esperimento inglese, due grandi aziende italiane del settore bancario e alimentare hanno deciso di adottare la settimana corta a cui i dipendenti possono aderire su base volontaria.

I dati degli anni precedenti, però, dimostrano che l’Italia è lontana anni luce dalla virtuosa Gran Bretagna. Eurostat registra una tendenza opposta nel nostro Paese: circa 2 milioni di persone lavorano per 50 ore a settimana, contro le canoniche 40 ore. Questo fenomeno coinvolge il 9,4% dei lavoratori italiani totali (circa 23 milioni): il dato italiano è tra i più alti d’Europa.

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