Smart working: pro e contro

Lo smart working è ormai diventato una realtà sempre più diffusa sia nelle aziende pubbliche che in quelle private.

È indubbio che un boost importante in questo ambito sia stato dato dalle necessità lavorative che si sono venute a creare nel 2020 in seguito alla prima pandemia da Covid-19 che ha costretto compagnie di ogni dimensione a passare dal tradizionale lavoro d’ufficio al lavoro da remoto.

Il passaggio da lavoro tradizionale a lavoro smart si è concretizzato con risultati da molti considerati straordinari, da altri, tutt’altro che confortevoli.

L’implementazione dello smart working è infatti un’attività spesso più ampia e complessa di quanto le organizzazioni possano pensare.

I vantaggi dello smart working per aziende e lavoratori

Lo smart working, o in italiano telelavoro, è ambìto in misura simile sia dalle aziende che dai lavoratori. Spesso infatti le prime usufruiscono di questa innovazione sia per agevolare gli spazi all’interno dell’ufficio organizzando turni di smart working e soprattutto per venire incontro alle necessità di vita quotidiana dei dipendenti, un classico esempio è dato dai pendolari che sono spesso vittime di ritardi e da parte delle compagnie di trasporto pubblico.

Vantaggi per i lavoratori

  • Risparmio di tempo: lavorare in smart working consente di guadagnare molto tempo, soprattutto in termini di eliminazione del tragitto casa – lavoro e viceversa.
  • Diminuzione dello stress: lavorando da casa si evita lo stress dovuto dal traffico durante lo spostamento con mezzi pubblici e privati.
  • Migliore conciliazione tra lavoro e vita privata: questo aspetto è fortemente legato al primo punto che consente di trovate più tempo per se stessi.
  • Maggiore produttività: uno studio del Politecnico di Milano ha riportato che il 72% delle persone che si sono sottoposte allo smart working hanno riportato un aumento di efficienza e produttività.

Vantaggi per le aziende

  • Dipendenti più soddisfatti: come accennato in precedenza i lavoratori risultano essere più gratificati dal poter gestire liberamente la vita lavorativa e quella privata.
  • Incremento delle competenze digitali: questo dato è stato rilevato soprattutto nelle fasce di età più alte e relativamente meno affini all’utilizzo di software per il lavoro da remoto.
  • Miglioramento dei processi aziendali: i flussi di lavoro si snelliscono diventando più semplici immediati ed efficienti.
  • Riduzione dei costi: i lavoratori in smart working consentono all’azienda di risparmiare sotto diversi punti di vista, un esempio è rappresentato dall’energia elettrica.

Gli svantaggi dello smart working

Anche il telelavoro, come ogni innovazione, oltre a presentare una serie di vantaggi porta con se ance degli aspetti che fanno storcere il naso a molti e che potrebbe aver ripercussioni a lungo termine sulla salute delle persone.

  • Sedentarietà: se già con il classico lavoro d’ufficio la sedentarietà era all’ordine del giorno in seguito al lockdown e all’inizio dello smart working abbiamo assistito ad una impennata in questo senso, sicuramente acuita dalla condizione dovuta al Covid a causa della quale, come tutti ricorderete, non si aveva la possibilità di uscire di casa se non per motivi di massima urgenza.
    Direttamente proporzionale alla sedentarietà si è rilevato anche un aumento di problemi posturali dovuti a sedute scorrette per un tempo prolungato ad esempio su sedie non ergonomiche o addirittura sul divano.
  • Problemi di vista: come ormai noto, trascorrere troppo tempo davanti a schermi di computer e tablet senza fare pause cadenzate può essere causa di occhi stanchi, bruciore oculare, lacrimazione e mal di testa.
  • Gestione del tempo: contrariamente a quanto detto in precedenza, alcuni soggetti hanno riscontrato una difficoltà non indifferente nella separazione della vita lavorativa da quella privata avendo sempre a portata di mano il dispositivo per svolgere il proprio lavoro, generando un meccanismo definito iperconnessione.
  • Mancanza di competenze adeguate: come facile immaginare, non tutti i lavoratori coinvolti nell’attuazione del lavoro da remoto hanno le competenze digitali e informatiche per gestire in autonomia il proprio lavoro. Per ovviare al problema spesso le aziende consentono di sostenere corsi specifici.

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