Whistleblowing: uno strumento di compliance utile per le aziende

Il whistleblowing è la segnalazione di illeciti a cui si assiste durante l’attività lavorativa.

Il termine deriva dalla parola “whistleblower” (letteralmente “soffiatore di fischietto”), ossia il segnalante. Si tratta di un lavoratore, dipendente di azienda pubblica o privata, che decide di portare all’attenzione dell’organizzazione, dell’opinione pubblica e delle autorità competenti violazioni di leggi o regolamenti, reati e casi di corruzione o frode commessi sul luogo di lavoro, oltre a situazioni di pericolo per la salute e la sicurezza pubblica.

Vengono considerati segnalanti non solo i collaboratori, ma anche i clienti, fornitori, tirocinanti, candidati, ex dipendenti.

Come avviene la segnalazione?

La segnalazione è interna se la persona utilizza gli strumenti messi a disposizione dall’ente o dall’azienda privata (ad esempio: linea telefonica e indirizzo e-mail dedicati, cassetta postale in ufficio o portale online per la segnalazione delle denunce); è invece esterna quando la comunicazione avviene tramite la piattaforma creata dall’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione).

Cosa succede dopo la segnalazione?

Il whistleblower non potrà essere dimensionato, licenziato, trasferito o subire alcuna ripercussione negativa.

Per garantire che i segnalanti vengano protetti adeguatamente da eventuali ritorsioni, il 16 dicembre 2019 l’Unione Europea ha emanato la Direttiva 2019/1937 sul Whistleblowing i cui obiettivi sono:

  • garantire la protezione e l’anonimato dei whistleblower;
  • accertare e prevenire violazioni di leggi e comportamenti scorretti;
  • incrementare l’applicazione della legge sviluppando canali che permettano di denunciare atti illeciti o irregolarità in modo sicuro.

L’Italia si è adeguata al modello europeo il 9 marzo 2023 quando il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo per l’attuazione della Direttiva UE 1937/2019 in materia di whistleblowing e la nuova legge italiana sul Whistleblowing (d.lgs n.24) è entrata ufficialmente in vigore.

Le aziende italiane pubbliche e private con più di 250 dipendenti dovranno implementare un sistema di segnalazione di illeciti interno entro il 15 luglio 2023, mentre quelle con più di 50 dipendenti hanno tempo fino al 17 dicembre dello stesso anno per adeguarsi ai nuovi requisiti.

In ogni caso, se non accade nulla in risposta alla segnalazione, o se ha motivo di ritenere che sia nell’interesse pubblico, il segnalante può rivolgersi direttamente ai media.

Anche Emilav garantisce supporto a tutti i lavoratori che decidono di avviare un processo di segnalazione. Contattaci se sei a conoscenza di una situazione di pericolo e vuoi saperne di più.

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